Venerdì 15 marzo 2019
SESSIONE MATTINO: PLENARIA h. 09:00-13:00
IL TOCCO NELLA PRATICA CLINICA
SESSIONE POMERIGGIO: WORKSHOP h. 14:30-17:00
La partecipazione al workshop è opzionale e inclusa nella quota di iscrizione al congresso.
Per ogni workshop, è previsto un massimo di 30 partecipanti.
Clicca sul workshop di tuo interesse per leggere l'estratto.
WORKSHOP 1
Evoluzione del tocco affettivo: elementi teorici e pratici ed applicazione in ambito neonatologico-osteopatico
F. Mcglone, F. Cerritelli, A. Manzotti
WORKSHOP 2
Osteopatia, un valore aggiunto nel trattamento del bambino con Paralisi Cerebrale Infantile
A.Aquino, M.Gori
WORKSHOP 3
Tocchiamo la mente di un genitore con poche parole: alcuni consigli pratici per migliorare la comunicazione e le interazioni in TIN
M.Florita
WORKSHOP 4
Infant and family-centred care secondo il metodo NIDCAP
N.Bertoncelli
CENA DI GALA
Sabato 16 marzo 2019
SESSIONE MATTINO: PLENARIA h. 09:00-13:00
IL TOCCO NELLA PRATICA OSTEOPATICA
I notevoli progressi ottenuti attraverso tali studi hanno anche permesso di capire che le vie e i segnali che sono trasmessi e modulati lungo l’asse del sistema nervoso periferico e centrale sono così complessi e interconnessi a vario livello che la comprensione del fenomeno dolore non può essere limitata alla conoscenza dei meccanismi molecolari e recettoriali a livello periferico e delle prime stazioni nervose. La IASP e l’OMS mettono in guardia dall’usare come sinonimi dolore e nocicezione e propongono un comportamento molto cauto nel trasferire al dolore clinico umano i risultati della ricerca sul dolore periferico sperimentale ottenuti sugli animali.
In effetti, se dal punto di vista del dolore acuto spesso è possibile correlare una lesione o un danno periferico con i meccanismi molecolari che presiedono alla recezione degli stimoli nocicettivi e con le vie che trasportano al midollo tali segnali, nel caso, invece, del dolore cronico tutto ciò è molto più complesso: spesso il dolore cronico e la quantità di sofferenza patita non è proporzionale con il tipo di lesione periferica e, quindi, di attivazione dei meccanismi suddetti. Il significato del dolore è altresì diverso in caso di dolore acuto e cronico, tanto da rendere molto difficile assegnare un ruolo fisiologico alla gran parte del dolore. Allo stato attuale il dolore è considerato un’esperienza soggettiva multidimensionale, intendendo con tale termine il fatto che convergono sulla definizione di dolore aree diverse del comportamento e della risposta ad uno stimolo in atto o ipotetico. Esiste una componente sensoriale, una emotivo-affettiva, una cognitiva e una motoria che si intersecano sempre e indissolubilmente l’una con le altre per dare origine a ciò che l’individuo denuncia come dolore ed al significato che ad esso attribuisce. Talora, il dolore è presente senza che lo sia la lesione periferica.
Il dolore è più di una sensazione, è una percezione e come tale non è semplicemente un trasferimento dalla periferia al centro di uno stimolo di natura più o meno specifica. Inoltre, il dolore si apprende e i processi legati alla memoria ed alla sua cancellazione devono essere tenuti in conto nella comprensione di questo fenomeno biologico ad alto significato esistenziale.
Durante la relazione verranno prese in considerazione le vie anatomo fisiologiche periferiche e centrali correlate al dolore; particolare attenzione verrà posta nel discutere gli aspetti della cronicizzazione. Inoltre, sarà fatto cenno allo sviluppo perinatale delle suddette vie e all’importanza che in tale periodo hanno gli stimoli sensoriali nel determinare la formazione di vie preferenziali di trasmissione, apprendimento e modulazione del dolore per il resto della vita.
Soprattutto in determinate tipologie di pazienti, il tocco placebo (insieme agli altri stimoli placebo) potrebbe preparare il “terreno-paziente” all’azione specifica del tocco osteopatico. Pertanto il tocco placebo, quando è mosso dai motori del disinteressato affetto e della genuina empatia , rappresenta un prezioso ma tuttora sconosciuto alleato per il raggiungimento del miglioramento clinico.
In particolare, verranno discusse in modo critico come le afferenze c-tattili, che rispondono in modo ottimale a un tocco delicato e lento, possano svolgere un ruolo diretto e significativo nell’efficacia dell’osteopatia e di altre terapie manuali
SESSIONE POMERIGGIO: DIBATTITO
14:30 - 16:00
Le best practice e i sistemi sanitari: un dibattito multidisciplinare
MODERATORI: Andrea Manzotti – Francesco Cerritelli
L'uso prospettico della traduzione clinica delle conoscenze scientifiche e dell’esperienza con il paziente può aumentare la probabilità di generare miglioramenti significativi nelle pratiche di assistenza sanitaria.
Un esempio di questa creazione e applicazione della conoscenza è la serie di studi condotti da team multidisciplinari in ambito neonatale. In seguito a una serie di trial clinici e alla sintesi di prove relative alle migliori pratiche per la diagnosi, il trattamento e la prevenzione di patologie neonatali, la comunità scientifica comincia ad aprirsi a un percorso multidisciplinare basato sulla certezza e sul consenso per le cure neonatali “integrate” negli ospedali.
Lo scopo di questo dibattito è redigere un documento comune che rappresenti un modello d’intervento multidisciplinari che possa essere utilizzato in tutte le realtà sanitarie dettagliando i passi compiuti in questo percorso - evidence-based - e attraverso un processo di “conoscenza per l'azione” discutere sulle prospettive di sviluppo considerando gli aspetti clinici, scientifici, dei decisori politici, degli stakeholder, dei pazienti e delle famiglie.
Interverranno europarlamentari, esperti in salute pubblica, direttori di unità operative complesse, ricercatori, rappresentati di associazioni di famiglie, clinici e famiglie.
16:00 Coffee Break
16:30-18:00
L'osteopata pediatrico del futuro
Quali prospettive per la formazione, la ricerca e la pratica clinica
18:00 Chiusura dei lavori congressuali